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ORARI

Lun-Mar-Gio-Ven: 9:00 – 14:00 | 17:00 – 20:00
Mer: 9:00 – 13:00 | 17:00 – 20:00
Sab: 9:00 – 13:00 | Pomeriggio chiuso

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LECCE

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La settimana lavorativa corta ecco perché implementarla

Cambiamo i nostri orari al fine di confermare l’attenzione al nostro staff di coprire alcune fasce orarie più comode per la maggior parte dei lavoratori.

Abbiamo deciso di sperimentare la settimana lavorativa corta e di adattarla sia alle esigenze del nostro staff e sia a tutti i lavoratori commercianti che vogliono usufruire dei nostri servizi ma che non riescono a raggiungere il nostro negozio, per incompatibilità tra i loro orari lavorativi e i nostri. A tal proposito i nuovi orari sono i seguenti:

lunedì martedì giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00

mercoledì e sabato dalle 9.00 alle 13.00

settimana lavorativa corta

 
La settimana lavorativa corta ecco perché implementarla

Produttività e lavoro della settimana lavorativa corta

Le nostre ore di lavoro si concentrano durante i giorni della settimana e vanno incontro alle esigenze dei nostri dipendenti e agli orari dei commercianti il cui orario di lavoro termina alle 13.00-13.30. Noi di Casa della Chiave, vogliamo mettere al primo posto il benessere dei nostri dipendenti. Crediamo fortemente che avere più tempo libero da dedicare ai propri hobby, famiglia e interessi, migliori la qualità della vita in tutti gli ambiti, anche in quello lavorativo.

Infatti, dalle analisi dei dati di chi ha già sperimentato questo modello, emerge che chi beneficia della settimana corta si sente più motivato, sperimenta meno burnout e prende meno giorni di malattia.

I dipendenti delle aziende che hanno adottato gli orari della settimana lavorativa corta – spiegano i ricercatori del Boston College – tendono a utilizzare il terzo giorno libero per gli appuntamenti dal medico o altre commissioni personali che altrimenti dovrebbe stipare in una giornata lavorativa.

Nel 2023 in almeno 18 Paesi decine di imprese la stanno attuando o sperimentano progetti pilota. La scommessa prevede che lavorando un giorno in meno, ma a stipendio pieno, diminuisca l’assenteismo e aumenti la produttività. Ne beneficerebbero l’ambiente grazie alla riduzione di CO2, la qualità di vita dei lavoratori e le aziende, che diventerebbero più attrattive per personale qualificato e motivato.*

Da qualche anno. La settimana lavorativa corta ha preso piede in diverse aziende Usa e Gran Bretagna. A inizio 2022 è stato condotto il primo importante test scientifico monitorato dai ricercatori dell’Università di Cambridge, dell’Università di Oxford, del Boston College e coordinato da «4 Day Week Global».

Trentatré piccole e medie imprese sparse tra Usa, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Irlanda, Regno Unito, che impegnano complessivamente 903 dipendenti, nel 2022 hanno deciso di seguire il modello «100:80:100», ovvero il 100% dello stipendio, l’80% delle ore previste, il 100% di risultati di 5 giorni lavorativi. Alla fine del periodo di prova, 27 imprese hanno dichiarato di voler continuare questa organizzazione del lavoro anche nel 2023.

Da giugno a dicembre 2022 un nuovo progetto pilota seguito dagli stessi ricercatori è stato lanciato nel Regno Unito: coinvolte 72 aziende con oltre 3.300 dipendenti. Si tratta di banche, società di marketing, assistenza sanitaria, servizi finanziari e vendita al dettaglio. A metà del periodo di prova l’89% delle imprese ha espresso la volontà di continuare l’esperienza nell’anno successivo.

La settimana lavorativa corta ecco perché implementarla

Europa: sono in corso alcuni progetti pilota

Negli ultimi anni la settimana lavorativa corta si sta testando soprattutto in Nord Europa. In Islanda l’86% della popolazione lavora con l’orario ridotto. Progetti pilota si stanno conducendo in Germania su 150 aziende e in Irlanda su 20. Nel dicembre 2022 la Spagna  ha finanziato un fondo governativo di 10 milioni di euro destinato a circa 70 piccole e medie imprese. Ognuna di queste aziende, che applicano una riduzione di almeno il 10% dell’orario di lavoro e si impegnano a mantenerlo per almeno 2 anni, riceve dal Ministero dell’Industria fino a 150 mila euro. Infine c’è il Belgio: dal 21 novembre scorso, e per un periodo di 6 mesi, le aziende possono concedere la settimana lavorativa corta senza tagli di stipendio, mantenendo però lo stesso numero di ore lavorative, ovvero 36. 

In Italia per ora solo Intesa Sanpaolo ha lanciato la settimana lavorativa corta, accoppiata a 4 mesi di smart working.

Noi di Casa della Chiave siamo convinti che se una persona è serena e sta bene nel privato, potrà essere più performante anche a lavoro. Contiamo di migliorare la produttività togliendo costrizioni frutto di un retaggio culturale, legate al numero di giorni e ore lavorate, e dando invece massima libertà e fiducia alle persone. Nel riadattare il lavoro alla settimana lavorativa corta abbiamo tenuto conto della maggior parte degli orari dei commercianti e della possibilità di accedere ai nostri servizi subito dopo la loro chiusura mattutina.  

Alla luce dei dati sopra citati e di altre aziende che hanno intrapreso questa nuova settimana lavorativa corta invitiamo tutti i nostri clienti a sostenerci e perchè no?! a divulgare le ragioni che ci hanno spinto a questo cambiamento. Auspichiamo, inoltre che, con le giuste valutazioni, anche altre aziende locali prendano esempio dal nostro cambiamento per intraprendere questa nuova gestione delle ore lavorative.
*fonte: datarooms.it

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